I ricercatori del MIT hanno scoperto un modo per indurre le cellule endoteliali a formare strutture tubolari parallele, che potranno un giorno essere usate come vasi sanguigni ingegnerizzati. I vasi sanguigni costruiti potrebbero un giorno essere trapiantati nei tessuti quali reni, fegato, cuore e in generale in tutti gli organi che richiedono grandi quantità di tessuto vascolare per muovere le sostanze nutritive, i gas e gli scarti da e verso le cellule. Il lavoro di ricerca si è concentrato sui capillari, piccoli vasi sanguigni che costituiscono un parte importante del sistema circolatorio. Il team ha creato una superficie che può essere impiegata come modello o stampo per far sviluppare capillari allineati in una direzione prefissata. Il materiale è un substrato di silicone la cui superficie è stata modellata con creste e scanalature per guidare lo sviluppo delle cellule endoteliali. Le cellule endoteliali (sarebbe più corretto parlare di progenitrici delle cellule endoteliali), non soltanto si sono estese nel verso delle scanalature, ma si sono allineate lungo le scanalature. Il risultato consiste quindi in una struttura multicellulare con bordi definiti. Una volta creato questo primo strato, i ricercatori hanno applicato un comune gel per indurre le cellule a formare tubi tridimensionali. Questa nuova tecnica apre potenzialmente a molti sbocchi nell’ingegneria tissutale, al momento bloccata dall’impossibilità di di inserire nei tessuti realizzati in laboratorio proprio i capillari e i vasi sanguigni. Il limite è (o era) dovuto al fatto che i capillari, oltre a essere strutture tridimensionali con un diametro di soli 5 micrometri, normalmente si formano per innesto ovvero per riproduzione da capillari preesistenti. [foto di Christopher Bettinger | via medgadget]
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