Nanoparticelle contro l’Alzheimer

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L’Università  di Copenhagen ha ricevuto finanziati dalla UE per un progetto di ricerca che mira a combattere il morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza, attraverso le nanotecnologie. Di 5 milioni di casi di demenza in Europa 3 milioni sono classificati come AD (Alzheimer’s disease), che è la principale causa di morte negli adulti dopo le malattie cardiovascolari, il cancro e l’ictus. L’Alzheimer solitamente si manifesta in età  avanzata ed è contraddistinto da una progressiva perdita della memoria, ragionamento e capacità  di pianificazione. Dato il continuo aumento dell’aspettativa di speranza di vita si stima che i dati sopraccitati siano destinati a raddoppiare nel corso dei prossimi 30 anni in Europa. Anche se sono stati compiuti progressi nella comprensione scientifica dell’Alzheimer, resta una necessità  urgente di individuare strategie di diagnosi precoce e terapie efficaci, al fine di evitare un problema di salute pubblica finanziariamente ingestibile. I segni dell’Alzheimer includono l’accumulo di proteine – placche β – amiloidi al di fuori delle cellule cerebrali e l’accumulo di proteine alterate all’interno delle cellule chiamate grovigli neurofibrillari, più pronunciati nell’ippocampo. Le placche sono l’obiettivo di questo progetto tramite lo sviluppo di un ampio spettro di nanoparticelle di dimensioni comparabili ai virus per il monitoraggio e il trattamento dei pazienti. A tal fine, la Facoltà  di Scienze Farmaceutiche si sta ha ricevuto 11 milioni di euro di finanziamento per il progetto intitolato “Nanoparticles for Therapy and Diagnosis of Alzheimer’s Disease (NAD)”, “Nanoparticelle per la diagnosi e la terapia dell’Alzheimer”, dall’Unione Europea. In particolare si stanno cercando dei nanomateriali in grado di colpire la proteina β-amiloide per eliminare le placche nel cervello.

Publicato: 2008-10-02Da: Marketing

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