Alcuni ricercatori della University of Texas Southwestern Medical Center hanno prodotto uno studio, seppur ancora in fase iniziale, promettente per rispondere a problematiche gravi come quelle legate alla Distrofia Muscolare di Duchenne, anche conosciuta con l’acronimo di DMD. Questo tipo di distrofia, detta anche distrofia muscolare generalizzata dell’infanzia, ha un decorso relativamente rapido e attivo, con un’incidenza variabile da 13 a 33 casi/100.000; la causa è la mancanza di una proteina, chiamata distrofina, che è importante per il rinforzo della struttura filamentosa della cellula muscolare. Questo gruppo di ricercatori si è focalizzato sullo sviluppo di cellule staminali embrionali contenenti il gene Pax3, conosciuto come attivatore di cellule per farle crescere come tessuto muscolare (e che quindi andrebbero a produrre distrofina). La loro capacità è stata quella di riuscire a estrarre solo le cellule destinate a fare fibra muscolare: un topo affetto da distrofia ha ricominciato a produrre nuovo muscolo, addirittura più forte del precedente, senza incorrere in maggiore rischio tumorale. L’entusiasmo si placa subito però quando gli stessi partecipanti a questa ricerca tengono a precisare che il “sistema topo” è assai più semplificato del nostro e non sempre ci può essere una trasposizione in ambito umano. Staremo a vedere, sicuramente siamo solo all’inizio. [via washingtonpost | foto Elena Vasyutina MDC]
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