Comunicare con le parole o con le espressioni facciali, può presentare a volte le stesse difficoltà . Mentre è ben risaputo che per il linguaggio parlato non esiste una lingua universale, per la mimica facciale è una novità scoprire che i movimenti del volto non sono gli stessi in tutto il mondo. Lo dimostra uno studio condotto da un team di psicologi composto da ricercatori dell’Università di Glasgow e dell’ateneo canadese di Montreal, le espressioni del volto vengono interpretate diversamente da persone nate e cresciute in posti diversi del pianeta. I ricercatori hanno messo a confronto 13 europei con altrettanti asiatici. I 26 volontari hanno osservato immagini di espressioni di diversi sentimenti. Gli asiatici hanno avuto delle difficoltà nel comprendere le espressioni indice di stati d’animo negativi, confondevano molto spesso l’espressione spaventata con quella sorpresa e uno sguardo disgustato con un volto impaurito. Grazie ad un macchinario capace di leggere la direzione dello sguardo nello spazio, gli studiosi hanno compreso le difficoltà degli asiatici. Mentre gli occidentali osservano tutto il viso della persona con cui si stanno relazionando, gli orientali concentrano la vista nella zona degli occhi perdendo così informazioni importanti e causando un pò di confusione. Secondo Rachael Jack, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Glasgow e coordinatrice della ricerca, “le differenze nell’interpretazione delle facce sono quasi sicuramente culturali e non genetiche”, ma qualunque sia la causa mettono in discussione l’universalità delle espressioni facciali prodotte dalle emozioni, generando una vera e propria barriera per la comunicazione inter- culturale e per la globalizzazione.
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