Una ricerca condotta in modo congiunto tra l’inserm, l’Università di Parigi-Descartes, il CNRS, l’NRA e l’istituto Pasteur ha mostrato come i batteri imparano a resistere agli antibiotici sequestrando gli acidi grassi presenti nel sangue per provvedere alla loro crescita. Tali risultati sono stati pubblicati su Nature del 5 marzo. Il continuo mutamento dell’ambiente rappresenta la pressione selettiva che porta i batteri, dotati di una grande plasticità genetica, a diventare maggiormente resistenti ai trattamenti antibiotici. I ricercatori hanno dimostrato che alcuni batteri Gram positivi patogeni (streptococchi, strafilococchi, enterococchi), sono in grado di utilizzare gli acidi grassi presenti nel torrente ematico per costruire una membrana che rappresenta una riserva energetica. I batteri possono così resistere all’azione degli antibiotici che agiscono interrompendo la sintesi ex novo degli acidi grassi. Gli acidi grassi sono essenziali per la vita dei batteri poiché rappresentano i costituenti basilari di molte strutture della cellula. Per questo motivo gli enzimi legati al processo di sintesi di queste molecole erano stati scelti come bersaglio di alcuni antibiotici. Titolo ed autori dell’articolo: Type II fatty acid synthesis is not a suitable antibiotic target for Gram-positive pathogens Sophie Brinster, Gilles Lamberet, Bart Staels, Patrick Trieu-Cuot, Alexandra Gruss & Claire Poyart1. [Fonte cnrs | immagine mrmin123]
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