I ricercatori del Comprehensive Cancer Center dell’Ohio State University potrebbero aver scoperto un modo migliore per distinguere i pazienti affetti da leucemia acuta che richiedono un trattamento aggressivo anti-recidive da quelli che hanno solo bisogno di una terapia standard. Circa 13.300 nuovi casi di Leucemia Acuta Mieloide (LAM) e 8.200 decessi ogni anno solo negli Stati Uniti. In circa la metà dei casi, i pazienti affetti da leucemia possiedono cellule con mutazioni cromosomiche che aiutano i medici a stabilire se la terapia standard sarà sufficiente per prevenire una recidiva, o se le esigenze individuali necessitano di un trattamento aggressivo come ad esempio un trapianto di cellule staminali o una terapia sperimentale. I rimanenti pazienti hanno cellule leucemiche con cromosomi che hanno un aspetto normale. Determinare la migliore terapia per queste persone è, ovviamente, molto più difficile. I ricercatori dicono che i cambiamenti nei livelli di microRNA, piccole molecole di cellule utilizzate per contribuire a controllare il tipo e la quantità di proteine prodotte, potrebbero far prevedere il rischio di recidive in molti adulti con diagnosi di LAM. Tutti i pazienti nello studio avevano leucemia a cellule con normali cromosomi. La ricerca mostra inoltre che i microRNA vengono coinvolti, in questi pazienti affetti da LAM, da geni che involvono in infiammazioni e risposte immunitarie, e che offrono nuove intuizioni sulle possibili cause di malattia e forniscono la possibilità di personalizzare il trattamento. Con l’avvento della terapia genica, oggi si studiano nuove nanotecnologie genetiche e farmacogenetiche vettorializzabili su frammenti genetici come DNA e RNA. [via Ohio State University | img Leukemia 101]
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