Ricercatori della Yale University hanno trovato nuove prove a supporto della teoria che afferma che una mancanza di esposizione ad agenti potenzialmente patogeni (virus, batteri, parassiti), così come avviene oggi nel mondo industrializzato, può aumentare le probabilità di contrarre malattie come allergie, asma ed altri disordini del sistema immunitario. In uno studio condotto sugli animali e pubblicato sulla rivista Nature, viene indicato come l’esposizione a diversi microrganismi non patogeni, che si insediano nel tratto intestinale, previene l’insorgenza del diabete di tipo 1 in topi non obesi. Il rapporto afferma che i topi diabetici non obesi sviluppano la patologia con un tasso diverso a seconda dell’ambiente in cui sono mantenuti. Ricerche precedenti avevano dimostrato che gli stessi topi esposti agli agenti patogeni non vitali della tubercolosi ed altri patogeni di tipo batterico risultavano essere immuni dallo sviluppo del diabete di tipo 1. Questi risultati suggeriscono che la risposta immunitaria che normalmente ci protegge può influenzare l’insorgenza del diabete di tipo 1. Nell’articolo apparso su Nature, il team diretto da Li Wen dell’università di Yale e da Alexander V. Chervonsky dell’università di Chicago, è stato dimostrato che i topi diabetici non obesi presentano un deficit dell’immunità innata che viene risolto, proteggendo l’animale dall’insorgenza del diabete, se questi vivono in un ambiente normalmente contaminato da microrganismi. Mentre, se vengono cresciuti in un ambiente sterile, questi svilupperanno una forma acuta del diabete. I topi di questo esperimento, esposti ai batteri privi di patogenicità che si trovano normalmente nell’intestino umano, sono significativamente meno predisposti allo sviluppo del diabete. [foto bernardfarrell]
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