Botox è il nome commerciale maggiormente conosciuto della preparazione farmacologica che utilizza quale principio attivo la tossina botulinica, una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum, per il lifting facciale. La tossina botulinica è un polipeptide a catena doppia, con una catena di 100 kDa legata tramite ponti disolfuro a un’altra catena di 50 kDa. La catena leggera è un enzima proteasi che attacca una delle proteine (la SNAP-25, la sintaxina o la sinaptobrevina) della giunzione neuromuscolare, impedendo il rilascio di acetilcolina dalle vescicole. Inibendo il rilascio di questo neurotrasmettitore, la tossina interferisce con l’impulso nervoso e causa paralisi flaccida dei muscoli caratteristica del botulismo e in contrapposizione con la paralisi spastica osservata nel tetano. In questi giorni, grazie a un articolo del quotidiano londinese The Sun, si portata alla luce l’altra faccia della medaglia, ovvero la pericolosità delle iniezioni di Botox che in alcuni casi possono portare anche alla morte. In Inghilterra solo nello scorso anno ci sarebbero state almeno sedici vittime, tra cui quattro minorenni. I medici ipotizzano che a causare il decesso sia il fatto che la tossina botulinica introdotta nell’organismo possa espandersi nei tessuti vicini quali ad esempio l’esofago, paralizzando o comunque limitando fortemente le funzioni dell’organo. La percentuale dei pazienti deceduti che se ne ricava a fronte delle 55mila iniezioni non è alta (meno di una persona su mille), ma come richiesto da alcune delle associazioni dei consumatori occorre -giustamente- inserire nelle controindicazioni tutti gli effetti avversi a cui si può andare in contro. Nel 1937 Alan B. Scott, oftalmologo del Smith-Kettlewell Institute, utilizzò la tossina botulinica A (BTX-A) in esperimenti sulle scimmie, e nel 1980 utilizzò il BTX-A per la prima volta negli esseri umani per il trattamento dello strabismo. La BTX-A venne approvata nel 1989 dalla Food and Drug Administration per il trattamento dello strabismo, blefarospasmo e spasmo emifacciale in pazienti con età maggiore di 12 anni. Nel 2002 giunse l’approvazione per l’uso in medicina estetica per il miglioramento temporaneo delle rughe di espressione fra le sopracciglia (linee glabellari) tramite piccole iniezioni cutanee che hanno un effetto di rilassamento muscolare fino a 4 5 mesi. [maggiori informazioni]
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