Dimenticate le batterie da 9 V, le AA, le AAA e le D, a breve i dispositivi elettronici di piccole dimensioni saranno “spinti” da tantissime micro batterie delle dimensioni di metà cellula umana e costituite da virus. Questa nuova fonte di energia facilmente trasportabile potrà essere inserita in tutti quei dispositivi biomedici impiantabili e prodotta di qualsiasi forma e dimensione. I ricercatori del MIT hanno messo a punto una batteria biologica creata utilizzando un virus opportunamente modificato. Il processo di produzione è stato descritto sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e coinvolge strumentazione dai costi non proibitivi e viene effettuato a temperatura ambiente. La batteria è formata da due elettrodi opposti -anodo e catodo- separati da un elettrolita. Nella pratica gli scienziati del MIT hanno utilizzato una gomma sulla quale sono state formate delle micro-porosità con una tecnica chiamata “Litografia leggera”. In ognuna di queste sono stati inseriti più strati di due polimeri che fungono da elettrolita e da isolante. L’M13, un virus innocuo per l’uomo caratterizzato da una struttura filamentosa lunga centinaia di nanometri ma con un diametro di appena 6,5 nanometri, è stato modificato affinché si comporti come se fosse l’anodo di una normale batteria al litio. Gli scienziati sono riusciti a effettuare una serie ripetuta di cicli di carica e scarica della batteria biologica, ottenendo con una superficie inferiore al centimetro quadrato da 375 a 460 nAh, a seconda delle condizioni di carica. In accordo con le dimensioni riportate, la batteria dovrebbe avere uno spessore di appena qualche centinaio di nanometri, consentendo di sovrapporre più strati al fine di incrementare la capacità . [maggiori informazioni]
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