iPod: nessun problema per i pacemaker

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Mesi fa la notizia della presunta pericolosità  degli iPod nei confronti dei pacemaker è stata pubblicata sulla rivista scientifica Medical Journal e successivamente ripresa da gran parte dei siti web, ma ora a mettere la parola fine a questa storia ci ha pensata la FDA, dichiarando che nei test effettuati non si è osservato nessun effetto avverso nei pacemaker esposti ai famosi lettori MP3. La FDA ha pubblicato i risultati di uno studio che ha condotto per osservare tutti gli effetti che gli iPod della Apple inducono sui dispositivi cardiaci impiantabili e ha concluso quanto segue: «le tensioni indotte, misurate all’interno di un pacemaker sono sotto la soglia del rumore dei nostri strumenti (ovvero non misurabili). Sulla base delle osservazioni del nostro studio in vitro concludiamo che nessuna interferenza può sopraggiungere negli stimolatori cardiaci esposti agli iPod». In realtà  a far scatenare tutto questo clamore mediatico è stato un unico episodio di iPod -probabilmente difettato- che produceva campi elettromagnetici sufficientemente grandi per interferire con le normali funzioni del dispositivo cardiaco intracorporeo. Howard Bassen, un ricercatore della Food and Drug Administration a Rockville, ha misurato il campo magnetico prodotto da quattro differenti modelli di iPod: iPod Shuffle, iPod Nano, iPod Video e iPod IV generazione. Inoltre, ha misurato le tensioni indotte all’interno del pacemaker prodotte dai campi magnetici degli iPod. Bassen, assieme al suo team, ha misurato con tre sensori il campo magnetico prodotto dai vari modelli di iPod a 5 e 10mm, trovando che il picco si attestava attorno ai 0,2à—10-6 Tesla, un valore centinaia di volte inferiore al livello capace di interferire con il pacemaker. Per quanto riguarda il voltaggio il team non è riuscito a determinarlo, pur avendo perfino ricreato le condizioni del tutto corrispondenti a quelle in vivo (attraverso l’uso di un tronco di manichino a cui erano stati posizionati diversi modelli di apparecchio salvavita), perché ben al di sotto della portata minima degli strumenti di misura. [via medgadget | maggiori informazioni]

Publicato: 2008-02-02Da: Marketing

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