Un farmaco trattato per fronteggiare il diabete di tipo 2, l’Avandia della GSK (GlaxoSmithKline), è coinvolto in un processo di riassorbimento dell’osso oltre ad aumentare il rischio di infarto, come riportato qualche mese fa. Studi passati avevano mostrato come la sua assunzione aumentasse il rischio di fratture ossee nel gentil sesso; un altro lavoro, su Nature, ha confermato questa affermazione, segnalandone anche i motivi: Avandia rafforza e spinge l’azione degli osteoclasti che, proprio perché appartenente alla famiglia dei macrofagi, hanno funzione di riassorbire l’osso (con l’uso di enzimi di esocitosi e pH acido). Il professor Ronald Evans, del Salk Institute for Biological Studies in California, ha spiegato come l’attività di osteoblasti e osteoclasti sia equilibrata nel corpo in condizioni normali e ha poi confermato che l’assunzione di questo farmaco antidiabetico assopisca i primi in favore dei secondi, con conseguente indebolimento generalizzato. Non viene però richiesto di abbandonare le cure, quanto più di farsi monitorare per controllare che la propria situazione non sia a rischio. Tra le altre cose, proprio in America, Avandia della GSK è stata associata ad un aumento del rischio di attacco di cuore; per questo motivo verrà venduto, in territorio americano (e suppongo anche all’estero) in scatola nera con chiare informazioni sulle controindicazioni riscontrate. [via medicalnewstoday]
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