La diffusione capillare dell’Hiv dipende dal fatto che non solo la malattia viene troppo spesso sottovalutata, ma soprattutto dal fatto che i singoli individui si considerano troppo spesso immuni dal poter contrarre la malattia. Sono poche le persone che si sottopongono al test dell’Hiv a dimostrarlo è stato uno studente della facoltà di Medicina dell’Università di Yale,Ravi Kavasery, che ha condotto uno studio tra i detenuti di una prigione degli Usa. Il giovane ha scelto dei detenuti internati nelle 24 ore precedenti, ha chiesto loro di sottoporsi gratuitamente al test dell’Hiv. I risultati non sono stati incoraggianti: dei 298 uomini scelti solo il 53% di loro ha accettato repentinamente di eseguire il test, mentre tra le donne, 323 in tutto, la percentuale tocca il 73%. Lo stesso esperimento è stato ripetuto su detenuti incarcerati da più giorni man mano che cresceva il numero di giorni di prigionia diminuiva la disponibilità dei detenuti di sottoporsi al test. Il giovane ricercatore ha concluso che: esiste una concreta possibilità di limitare la diffusione dell’Hiv tra i detenuti, proponendo test gratuiti per tutti il giorno stesso dell’incarcerazione. Se all’apparenza la ricerca potrebbe sembrare banale non bisogna sottovalutare l’impatto che essa ha sulla salute pubblica, sono troppi i malati o i sieropositivi che conducono una vita sessuale normale non sapendo di aver contratto il virus che in questa maniera si diffonde a macchia d’olio. Fonte e maggiori informazioni
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