- Approccio inguinale femorale L’introduzione del catetere nell’inguine richiede una piccola incisione sulla parte interna della coscia alta, in modo da poter inserire una guaina di introduzione (tubo corto) nell’arteria femorale. Successivamente, il medico inserisce un catetere guida (tubo lungo e flessibile) nella guaina di introduzione e lo fa avanzare attraverso l’aorta fino al punto in cui le arterie coronarie si diramano al cuore.
- Approccio braccio brachiale L’introduzione del catetere nel braccio richiede l’esecuzione di una piccola incisione sul lato interno del gomito dopo aver somministrato l’anestesia locale. Il catetere guida viene quindi inserito direttamente nell’arteria attraverso la piccola incisione e viene fatto avanzare fino al punto di diramazione al cuore dell’arterie coronarie.
- Approccio transradiale L’introduzione del catetere nel polso richiede l’esecuzione di una piccola incisione sul lato interno del polso dopo aver somministrato l’anestesia locale. Il catetere guida viene quindi inserito direttamente nell’arteria attraverso la piccola incisione e viene fatto avanzare fino al punto di diramazione al cuore dell’arterie coronarie.
– Iniezione del liquido di contrasto Dopo l’inserimento dei cateteri, il medico inietta un liquido di contrasto, visibile con i raggi X , attraverso il catetere guida nell’arteria per esaminarne il restringimento. Il medico osserverà questa iniezione su di un monitor a raggi X, molto simile ad uno schermo TV. Anche il paziente può osservare queste immagini. Mentre vengono effettuate queste radiografie, il medico può richiedere al paziente di fare un respiro profondo e trattenerlo per alcuni secondi. Inoltre, gli può essere richiesto di tossire dopo aver completato l’immagine radiografica, per velocizzare l’eliminazione del liquido di contrasto, visibile con i raggi X, dalle arterie. – Cosa accade durante la procedura? Durante la procedura il paziente è sveglio. Di tanto in tanto, il medico o un membro dell’equipe può impartire al paziente delle istruzioni. È importante ascoltarle ed eseguirle. L’impianto di stent prevede tre fasi principali:
- Lo stent viene introdotto nel vaso sanguigno su un catetere a palloncino.
- Il medico manovra il catetere a palloncino fino all’area ostruita dell’arteria e gonfia il palloncino. Il gonfiaggio del palloncino provoca l’espansione dello stent, premendolo contro la parete vascolare.
- Il palloncino viene sgonfiato e ritirato. Lo stent rimane permanentemente in posizione, mantenendo il vaso aperto e migliorando il flusso ematico.
- Il medico può optare per un’ulteriore espansione dello stent con un catetere a palloncino simile a quello utilizzato in una procedura di angioplastica. Tale pratica è chiamata post dilatazione ed assicura che lo stent si trovi a stretto contatto con la parete del vaso. Lo stent manterrà l’arteria aperta, consentendo il libero flusso ematico come in vaso sano. Lentamente, sullo stent, si riprodurranno nuove cellule e quindi un tessuto, che infine rivestirà la superficie interna.
– Monitoraggio dopo l’operazione Dopo la procedura, il paziente ritorna nella propria stanza in ospedale dove rimane sotto stretto controllo del personale paramedico. Viene sottoposto a frequente controllo della pressione arteriosa e viene collegato a un monitor ECG per consentire un monitoraggio cardiaco continuo. Mentre il paziente è sdraiato a letto, un paramedico controlla il sito di inserimento del catetere e il polso su piedi e braccia. – Riposo a letto Se per la procedura si è scelto l’inguine, è possibile che il paziente debba rimanere coricato per diverse ore. La guaina di introduzione viene solitamente rimossa entro sei ore dalla procedura ma può essere lasciata più a lungo se si continua la terapia con eparina, un farmaco somministrato durante la procedura. Mentre la guaina di introduzione è in posizione e approssimativamente per le sei ore successive alla sua rimozione, il paziente giace nel letto disteso e supino, mantenendo la gamba della guaina diritta e ferma. Per rimuovere la guaina di introduzione, un paramedico o un medico esercita pressione sul punto di puntura per 20-30 minuti o fino a quando termina l’emorragia. Per mantenere la pressione sulla puntura è possibile applicare un sacchetto di sabbia. Sebbene sia improbabile che in quel momento si verifichi un’emorragia, in caso di sensazione di caldo e umido o dolore acuto nell’area della puntura, chiamare subito un paramedico. Rimanere sdraiati nel letto e premere sulla puntura con le dita. Il paramedico illustrerà come procedere. In caso di tosse o starnuto si deve premere sul sito con le dita. Non provare a sedersi fino a quando non sono il personale paramedico o medico a ordinarlo. È importante rimanere distesi e stare fermi per evitare l’emorragia dell’arteria. Se per la procedura si è scelto il braccio, è possibile sedersi ma è possibile che venga ordinato di rimanere a letto per diverse ore. Sollievo da dolore e disagi La minzione è frequente poiché i reni devono eliminare il liquido di contrasto visibile ai raggi X che è stato iniettato nelle arterie. Inoltre, al paziente viene ordinato di bere altri liquidi per facilitare l’espulsione renale di questo liquido di contrasto. In caso fosse necessaria assistenza per qualsiasi attività durante questo periodo (ad esempio per utilizzare la padella o recarsi al bagno) chiedere aiuto al personale paramedico. Se la postura nel letto dovesse causare dolori alla schiena sarà cura del personale paramedico sistemare il paziente in modo più confortevole. È possibile che venga concesso di piegare l’arto inferiore che è stato coinvolto nella procedura. Il personale paramedico può inoltre sollevare leggermente la testata del letto per alleviare il dolore alla schiena. Se nonostante tutto il paziente sente ancora dolore, il personale paramedico può somministrare dell’antidolorifico. Un lieve dolore al torace è comune nei momenti immediatamente successivi ad una procedura coronarica ma dovrebbe scomparire entro una o due ore. Se il dolore al torace aumenta o si ripresenta, comunicarlo subito al personale paramedico. Se gli esami indicano che il dolore può essere causato da un problema all’arteria dilatata, può essere necessario eseguire altre immagini angiografiche dell’arteria prima di dimettere il paziente. Il ripresentarsi del dolore toracico non è comune oltre i primi trenta minuti successivi alla procedura. – Ritorno a casa Viene richiesto di camminare entro 12-24 ore. Il personale paramedico assiste il paziente quando esce dal letto per la prima volta. Prima della dimissione dall’ospedale, il paziente potrebbe desiderare discutere dei fattori di rischio di coronaropatia e/o vasculopatia periferica con il personale medico o paramedico. È importante stabilire obiettivi realistici quando si programmano cambiamenti al proprio stile di vita e alle proprie abitudini alimentari. Dopo la procedura, un paziente viene solitamente dimesso dall’ospedale dopo uno o due giorni. Al paziente si consiglia di farsi accompagnare a casa piuttosto che guidare egli stesso. [maggiori informazioni su Abbott Vascular]
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