“Se ci riflettiamo a fondo, cos’è che facciamo per tutto il giorno noi esseri umani? Interpretiamo il mondo, e soprattutto le persone che ci troviamo di fronte. Lo facciamo senza nemmeno pensarci, ci sembra del tutto normale. Invece è davvero straordinario che appaia tanto normale! Per secoli i filosofi si sono scervellati sulla capacità umana di capirsi reciprocamente. Uno sconcerto più che comprensibile, il loro, non avendo di fatto dati scientifici a disposizione”.
Questo è quanto afferma l’autore di questo libro, il Prof. Marco Iacoboni che dirige un laboratorio di neuroscienze all’Università della California a Los Angeles, e da anni produce nuove conoscenze a proposito di neuroni.
Questo libro intende mostrare come sia stretto il rapporto tra la scienza e la filosofia. Alcuni anni fa il Prof. Ramachandran disse, a proposito della scoperta dei cosiddetti neuroni specchio: “I neuroni specchio sono per le neuroscienze quello che il DNA è stato per la biologia”.
La scoperta dei neuroni specchio si è realizzata nel nostro paese, un pò per caso dietro ad inattesi eventi ed imprevisti, grazie alle ricerche condotte a Parma da un gruppo di studiosi che, sotto la guida del Prof. Giacomo Rizzolatti, esplorava una specifica zona del cervello dei macachi: l’area FS della neocorteccia.
Ricordiamo l’evento, che portò alla scoperta, in cui uno dei collaboratori, mentre il macaco se ne stava tranquillo, ha preso in mano un oggetto e subito si è registrato un segnale in uscita dal cervello della scimmia. Un segnale che non avrebbe dovuto esserci, un elemento che «non aveva alcun senso», in base alle conoscenze allora disponibili. Le quali prevedevano che le cellule del cervello del macaco si attivassero se e solo se la scimmia avviava un comportamento motorio. Ora, invece, si attivavano in un momento in cui l’animale era fermo e osservava un comportamento motorio altrui.
Una storia affascinante, che sta aprendo nuove frontiere per la riflessione scientifica e sugli studi neuropsicologici.
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