I donatori di organi non sono moltissimi, per un motivo o per un altro risulta spesso impossibile eseguire il trapianto. Nel caso specifico del trapianto di polmoni la situazione può complicarsi. I polmoni sono organi delicati, l’unico modo per conservarli è quello di metterli in un ambiente che si trova a parecchi gradi sotto zero semicongelandoli, questo fa si che i tempi d’esecuzione del trapianto siano molto ridotti e che si debba agire con una rapidità eccezionale. A risolvere il problema è stato il General Hospital di Toronto, grazie all’impegno di un gruppo di medici-ricercatori un domani i polmoni destinati al trapianto saranno in grado di conservarsi fino ad un massimo di 12 ore, permettendo così all’equipe chiururgica di valutare bene l’intervento e la sua esecuzione. Tutto ciò è possibile grazie ad un particolare macchinario che è ingrado di fornire ai polmoni sostanze nutritive tramite il sangue e di tenerli in una capsula protettiva, tramite un sistema di tubi il polmone riesce a respirare, la sua attività è più o meno identica a quella che avrebbe compiuto in una normale respirazione fisiologica. Polmoni “vivi” mantenuti ad una temperatura di 37 gradi che riproduce la temperatura corporea, ma cosa c’è di nuovo in questa tecnica di conservazione? Il polmone rimane intatto e non subisce pericolosi sbalzi di temperatura che possono inibire alcune funzioni fisiologiche e danneggiare i tessuti. [Fonte MedGadget]
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