Quando si va sotto i ferri, si desidererebbe che qualcuno tenga la propria mano per essere tranquillizzati. Piccole incisioni possono causare inutili cicatrici, e piccoli errori possono causare danni irreparabili. Paige Nickason, una ragazza ventunenne canadese con tumore cerebrale a forma di uovo, ha sperimentato in prima persona come la chirurgia robotica assiste i chirurghi consentendo di eseguire le operazioni più delicate con la massima precisione. Il chirurgo può mantenere le sue mani in posizione costante con incrementi di millimetri di spostamento, ma guidare un paio di mani robotiche nel corso di un intervento chirurgico consentono di muoversi con spostamenti nell’ordine micron, spostamenti inferiori addirittura ai 50 micron, come nel caso del robot chirurgico NeuroArm utilizzato durante l’intervento di rimozione tumorale di Paige Nickanson. Il successo nell’intervento di rimozione della massa tumorale cerebrale rappresenta la prima applicazione di un robot come assistente in questo tipo di operazione neurochirurgiche, messo a punto e sperimentato all’Università di Calgary. Il team leader NeuroArm dell’Università di Calgary, il Dr Garnette Sutherland, ritiene che i robot non sono ancora in grado di eguagliare, in termini di fluidità dei movimenti, la destrezza umana, anche se ritiene che il miglioramento della tecnologia potrà far sempre migliorando l’esito di grossi interventi come quelli nell’ambito della neurochirurgia, della cardiochirurgia e della chirurgia vascolare, dove la precisione micrometrica e l’infaticabilità fanno totalmente la differenza. [Via Victoria Times Colonist]
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