Sono stati individuati nuovi geni responsabili della produzione e dell’accumulo dei lipidi nelle arterie, aprendo la strada a nuove strategie di prevenzione e trattamento per le malattie coronariche, ne dà notizia il CNR. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia (inn) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Cagliari, in collaborazione con vari gruppi internazionali, ha analizzato l’intero genoma di oltre 20.000 individui, scoprendo sette nuovi geni responsabili dell’aumento del colesterolo e trigliceridi e confermando 11 geni precedentemente scoperti da altri gruppi. “Sappiamo che molti fattori, come la sedentarietà , la dieta e il fumo, influenzano la produzione e l’accumulo dei lipidi nelle arterie”, spiega Serena Sanna, ricercatrice del progetto Progenia dell’Inn-Cnr, che ha condotto questo studio in collaborazione con Cristen Willer del progetto Fusion. “Conoscere i fattori genetici collegati può aiutare invece a capire quali siano i meccanismi di base dell’organismo che ne regolano il metabolismo, e il loro contributo nello sviluppo delle malattie cardiovascolari. Queste conoscenze permettono di poter attuare un processo di prevenzione nei soggetti a rischio e delle terapie mirate per i pazienti”. Per scoprire se queste varianti del DNA associate con i lipidi influenzano anche il rischio delle malattie coronariche, i ricercatori dell’inn-cnr hanno utilizzato un approccio nuovo, noto come “Genome-Wide Association study” (GWAS). “Il dna di ogni individuo è stato genotipizzato per 360 mila variazioni nucleotidiche (snps)”, precisa Serena Sanna, su 4300 individui sardi. “Il completamento della mappa del genoma (HapMap), e la messa a punto di nuovi metodi di statistica inferenziale hanno fornito una marcia in più a tali studi, permettendo di caratterizzare oltre 2 milioni di variazioni di sequenze del dna, attraverso l’analisi molecolare diretta di un numero limitato di varianti per ciascun individuo, realizzando così un notevole abbattimento dei costi e delle spese”. I ricercatori hanno confrontato i loro risultati con quelli di un recente studio di genome-wide association sulle patologie delle coronarie del Wellcome Trust Case Control Consortium, che ha coinvolto 15.000 volontari dell’Inghilterra. Si è così scoperto che tutte le varianti geniche responsabili per alti valori di LDL-c, o “colesterolo cattivo”, sono più frequenti tra persone con affezioni coronariche. Anche le persone con varianti geniche associate con alti valori di trigliceridi hanno un maggiore rischio di sviluppare tali malattie, sebbene la relazione non sia altrettanto forte come con le varianti per LDL-c. Le patologie coronariche, come l’infarto e l’ictus, sono la causa principale di morte e di invalidità nei paesi industrializzati e la loro prevalenza sta aumentando rapidamente nei paesi in via di sviluppo. Solitamente sono causate dall’, un processo caratterizzato da un deposito di lipoproteine a bassa densità o di LDL-c nelle arterie che forniscono sangue al cuore e al cervello, la cui ostruzione comporta una inadeguata quantità di sangue in questi organi, da cui scaturisce infarto o ictus. Diversi studi hanno dimostrato l’associazione tra i livelli dei lipidi e queste malattie: i livelli di LDL-c sono associati con un aumento del rischio di malattie delle coronarie, mentre livelli alti di LDL-c sono associati con una diminuzione del rischio.
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