C’è chi il naso se lo rifà per motivi estetici e chi per necessità perché consumatore di cocaina. Le liste di attesa per questo intervento, gratis in ospedale e -ovviamente- a pagamento in privato (circa 12.000€), stanno aumentando a dismisura, diretta conseguenza della continua e costante crescita del numero di cocainomani. L’allarme arriva dal Congresso di Federserd in corso a Sorrento (dal 28 al 31 ottobre) in cui sono stati riportati dati un tempo impensabili: fino a un anno di attesa per effettuare la ricostruzione del naso negli ospedali e 5-6 mesi nelle cliniche specializzate private. Claudio Leonardi, coordinatore del Comitato scientifico di Federserd afferma: «Si sniffa cocaina, si vede il naso danneggiato con grande difficoltà nella respirazione, si va dal chirurgo plastico per un intervento, si soffre un po’ e poi se non si è imparata la lezione e non ci si è curati, si torna a sniffare. È un problema in aumento e lo verifichiamo ogni giorno parlando con i tossicodipendenti. La situazione è ancor più grave se si pensa che sono costretti alla ricostruzione del naso anche tanti giovanissimi, nei quali le mucose e la cartilagine sono più delicate». Il professor Gaetano Paludetti, direttore dell’Istituto di otorinolaringoiatria del policlinico Gemelli, parla di una vera e propria patologia ribattezzata col nome di “naso da coca”, in cui si verifica una degradazione delle mucose e della cartilagine circostante con vasi sanguigni cicatrizzati e inservibili che portano a una necrosi dei tessuti. A lungo andare, per chi sniffa cocaina, l’intervento chirurgico diventa una necessità .
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