Una delle maggiori preoccupazioni in sala operatoria è mantenere un ambiente sterile per non vanificare il lavoro eseguito dal chirurgo (nel caso di protesi) e soprattutto per non minare ulteriormente la salute dei pazienti. Per questo motivo è importante costruire sale operatorie con un impianto di aerazione ad hoc. Gli ambienti sono pressurizzati e l’aria medica fuoriesce dal soffitto in modo laminare e contemporaneamente viene aspirata nei quattro angoli della stanza. Un ulteriore aiuto può provenire dal sistema messo a punto dalla Nonormeditec. Il principio di funzionamento è il medesimo: un flusso d’aria laminare viene posizionata nelle vicinanze della ferita chirurgica, producendo continuamente aria sterile con una velocità di 0,4 m/s e allontanando le sostanze biologiche indesiderate dalla ferita stessa. L’aria intorno al campo operatorio viene aspirata dalla macchina TOUL, per poi essere filtrata, tramite un sistema di filtri Hepa, che puliscono la stessa aria dai batteri e microrganismi al 99,995%, indirizzandola verso il campo operatorio che così viene protetto dal rischio della contaminazione batterica. Una sala operatoria sterile normale dopo solo mezz’ora di presenza del personale diventa nuovamente contaminata: questo è il tempo che intercorre tra la preparazione e l’inizio dell’intervento. Il pericolo viene provocato dagli strumenti chirurgici che vengono contaminati in funzione della durata dell’intervento e il numero delle persone presenti che fanno aumentare la carica batterica in sala operatoria. Lo stesso principio appena descritto può essere applicato anche per il tavolo degli strumenti poiché anche sugli strumenti si trovano dei batteri nocivi. Gli strumenti e i materiali protesici arrivano sterili nella sala operatoria ma già pochi minuti dal loro utilizzo sono sufficienti per contaminarli. Sono proprio gli strumenti chirurgici a veicolare i microrganismi all’interno della ferita, che vanno ad annidarsi nella profondità dell’organismo provocando infezioni anche a distanza di anni. Diversi studi svedesi e italiani (Journal of hospital infection 2002, 2003, 2007) hanno confermato che la contaminazione batterica nei punti critici della sala operatoria ha potuto essere abbassata significativamente con questa tecnologia denominata TOUL. Ciò ha comportato una drastica riduzione del numero delle infezioni in sala operatoria dopo interventi chirurgici. Nell’Università di Upsala in Svezia hanno eseguito più di 7400 interventi con questa tecnologia, registrando un tasso di infezione postoperatoria di solo lo 0,05% rispetto al 4% dei casi registrati prima dell’utilizzo di Toul. I risultati sono conseguenti ad interventi in ortopedia, cardiochirurgia, chirurgia plastica e altri tipi di interventi. In Italia si infettano dal 5 al 10% dei pazienti per mezzo di una infezione contratta in ospedale a seguito di un intervento chirurgico. Migliaia di persone potrebbero ancora essere vive se i germi resistenti come Stafilococco aureus, pneumococco o clostridium difficilis fossero combattuti in modo più efficace. [via comunicati-stampa | maggiori informazioni]
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