Il selenio è un oligonutriente per gli esseri umani e viene impiegato per eliminare i radicali liberi in sinergia con la Vitamina E e in molti enzimi antiossidanti e gioca anche un ruolo importante nel funzionamento della ghiandola tiroide. In clinica, il selenio può essere usato in sindromi a livello del sistema cardiovascolare, soprattutto come cofattore per il controllo della pressione arteriosa, ma sembrerebbe esserci altro.
Recentemente i ricercatori della Dartmouth Medical School hanno confrontato i livelli di questo minerale in 767 pazienti con recente diagnosi di tumore al rene con quelli di più di 1100 soggetti estratti dalla popolazione generale.
L’associazione inversa tra i livelli di selenio e tumore è stata riscontrata non nella popolazione complessiva dello studio, ma solo, e in modo significativo, in alcuni sottogruppi di soggetti, ovvero nelle donne, nei fumatori moderati e nei soggetti con tumore positivo al p53.
«Si ritiene che esistano diversi cammini di progressione di questo tipo di tumori e in uno dei più importanti sembra che siano implicate significative alterazioni del gene p53 gene», ha spiegato Margaret Karagas, docente di medicina presso il Norris Cotton Cancer Center del Dartmouth e coautrice dello studio. «Inoltre, quelle forme che derivano da questo tipo di alterazioni sono associate alla patologia nelle sue forme più avanzate».
Neanche a dirlo, la dieta che appare più adeguata appare ancora una volta quella a base di pesce, verdure e cereali, dove la concentrazione del selenio è più elevata.
[via le scienze]
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