Nano struttura per stimolare la ricrescita del nervo ottico. I criceti ciechi, a causa del nervo ottico danneggiato, hanno avuto la vista parzialmente ristabilita attraverso un impianto di nanofibre che ha stimolato la ricrescita e l’autoriparazione del nervo. Il nervo ottico collega l’occhio con il cervello, tramite un sistema ramificato di cellule nervose simile alla tela di ragno. Quando il nervo ottico, che connette l’occhio al cervello, viene danneggiato, per esempio in seguito ad un trauma provocato da un incidente o per un glaucoma, nella connessione si crea una “falla” con la conseguente perdita della vista dovuta alla mancanza di trasmissione delle informazioni visive. Il gruppo di scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) per riparare questa “tela di ragno”, così definita per la forma e le diramazioni tipiche degli assoni, hanno iniettato in prossimità della zona lesionata una soluzione di peptidi (minuscole molecole dalle dimensioni di alcuni nanometri). Queste fibre sono costituite da nano particelle delle stesse dimensioni degli zuccheri e proteine presenti sulla superficie degli assoni le quali promuovono a crescita e la migrazione di cellule. Come accennato all’inizio, questa tecnica è stata testata su dei criceti, nei quali già dopo 24 ore si è potuto constatare un’attività cellulare. Dopo 6 settimane dal trattamento i criceti hanno recuperato parte della vista riuscendo così a trovare il cibo. Il team spera che questa tecnica applicata con successo sulle cavie funzioni bene anche nell’uomo. La prossima sfida sarà quella di estendere questa tecnica a lesioni del tessuto nervoso più importanti come quelle del midollo spinale e riuscire magari a recuperare anche parzialmente alcune forme di paralisi.
[via New Scientist]
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