Nanosonda a singola fibra ottica

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È sottile come un capello, ma molto duttile ed efficace la nanosonda realizzata con una singola fibra ottica per applicazioni sia in campo medico e biologico sia per lo sviluppo di nuove tecniche spettroscopiche. La nanosonda è nata da una collaborazione tutta italiana tra il Consorzio interuniversitario per le scienze fisiche della materia (CNISM) presso l’Università  di Pavia, il laboratorio BIONEM dell’Università  della Magna Grecia di Catanzaro e il laboratorio TASC dell’INFM-CNR. Il dispositivo, presentato su Nature Photonics, è una “pinzetta ottica” (optical tweezer) in grado di intrappolare oggetti di dimensioni comprese tra 1 milionesimo ed 1 miliardesimo di metro, sviluppato nell’ambito di un progetto CNISM e brevettato congiuntamente dai ricercatori di Pavia e Catanzaro. Le pinzette ottiche standard sono poco versatili perché si ottengono focalizzando un fascio laser con tradizionali microscopi, mentre la nuova nanosonda supera queste limitazioni grazie alle tecniche di nanofabbricazione. La punta della fibra ottica, infatti, è microstrutturata e può intrappolare, come hanno dimostrato i ricercatori, sferette di polistirene del diametro di 10 milionesimi di metro. Il dispositivo diventa così una vera e propria nanosonda per manipolare e analizzare le particelle intrappolate e rappresenta un elemento potenzialmente di grande interesse per futuri dispositivi integrati realizzati con fibre ottiche. La sonda potrebbe avere un impiego in biologia e medicina per realizzare endoscopie e verificare il posizionamento di un farmaco. Ma la pinzetta è di grande interesse anche per le sue applicazioni in fisica, in particolare per quanto riguarda la spettroscopia, poiché può essere utilizzata in laboratorio anche in condizioni di vuoto. [foto Harvard University | via venetonanotech]

Publicato: 2007-12-26Da: Marketing

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