I serbatoi dell’HIV

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La maggior parte dell’HIV presente nel sangue sembra provenire da cellule del sistema immunitario, chiamate “linfociti T memoria”, infettate dal virus. Queste cellule, sulla cui superficie sono presenti frammenti di HIV, in genere muoiono a causa dell’infezione stessa, o perchè colpite dall’attacco immunitario diretto contro questi frammenti. Alcune cellule però sopravvivono, ed entrano in uno stato di quiescenza. In questa condizione, le cellule ospitano l’HIV nel loro DNA, e sono in grado di fabbricare nuove copie del virus se riattivate, anche se tendono a restare quiescenti per anni. Oltre a restare in attesa dei linfociti T memoria quiescenti, l’HIV potrebbe riprodursi lentamente in altre cellule del sistema immunitario, in particolare nei macrofagi e nelle cellule dendritiche, che sembrano resistere, almeno in parte, a difese immunitarie e farmaci anti-HIV. Inoltre, in alcune parti del corpo  le cellule infettate dall’HIV potrebbero risultare fisicamente al riparo, entro certi limiti, dal sistema immunitario e da alcuni farmaci. In pazienti curati con una terapia aggressiva, l’HIV prodotto in questi serbatoi non arriva subito al sangue, ma se si arresta il trattamento può scatenare una forte infezione.

Publicato: 2009-01-29Da: Marketing

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