Riprendo un articolo pubblicato sul Corriere dell Sera il 15 settembre 2007 di M.D.B. per commentarlo insieme a voi. Josè Cunha Vaz, coordinatore della rete dei centri di eccellenza europei di ricerca in oftalmologia, sogna da sempre un mondo senza cecità e libero dalle patologie che spengono gli occhi. Vaz afferma: «All’inizio del Duemila sembrava una prospettiva lontana, oggi siamo molto vicini a trovare cure efficaci per il recupero della vista». In occasione del centenario della fondazione Bietti, presieduta da Mario Stirpe, i ricercatori, accorsi da tutto il Mondo, hanno fatto il punto della situazione valutando i trattamenti già disponibili e quelli in arrivo nei prossimi dieci anni. Nel dettaglio per la maculopatia degenerativa e la retinopatia diabetica sono già disponibili nuove molecole capaci di bloccare il fenomeno della neovascolarizzazione (formazione di una sottile rete di vasi) che è all’origine della prima e probabilmente anche della seconda: «A differenza del glaucoma -dice Stirpe- sono situazione che non possono essere risolte con la chirurgia, come pensavamo fino agli anni ottanta. La ricerca ha fatto passi da gigante e ha trovato delle sostanze capaci di inibire i fattori di crescita di queste piccole vene non volute. Ci stiamo accorgendo che gli stessi farmaci contro le malattie degenerative hanno efficacia nella retinopatia. In Italia -manco a dirlo- questi prodotti attualmente sono a pagamento mentre viene rimborsato un farmaco antitumorale che non ha indicazioni specifiche e comporta seri rischi». Speranza anche per la retinite pigmentosa. A gennaio partirà in alcuni centri europei la sperimentazione clinica di una molecola che ha dato ottimi risultati sugli animali.
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