L’ansia da attesa da referto può, oltre a notti insonni, indurre alterazioni biochimiche nell’organismo tali da provocare guai più seri, fino a compromettere il sistema immunitario e la guarigione di una ferita. A dirlo è un gruppo di ricerca di Boston che ha prelevato saliva da 126 donne sottoposte a biopsia del seno e in attesa di conoscere la diagnosi. Come marker è stato misurato il livello di cortisolo, noto anche come “ormone dello stress”. In questo arco di tempo, 16 donne hanno saputo di avere un tumore, 37 una lesione benigna e 73 sono rimaste senza una risposta certa (o perché ancora in attesa dell’esito o perché il risultato incerto ha richiesto ulteriori esami). Proprio in quest’ultimo gruppo di pazienti i livelli di cortisolo nella saliva sono apparsi analoghi a quelli delle donne che sapevano di avere un cancro e molto diversi da quelli di chi, invece, aveva saputo subito la buona notizia. Elvira Lang, autorice della ricerca e docente di radiologia all’Università di Harvard: «Il cortisolo ci aiuta a combattere lo stress acuto, regolando la pressione del sangue, i livelli di zuccheri e la risposta immunitaria quando è necessario. Ma quando lo stress diventa cronico, la secrezione di cortisolo o va in sovraproduzione continua oppure si estingue, lasciando in ogni caso il sistema immunitario e altre funzioni dell’organismo in condizioni di vulnerabilità ». Una possibile soluzione potrebbe essere quella di migliorare il dialogo tra medico e paziente e pianificare con maggiore attenzione le tempistiche di consegna del referto in base alla congestione dei laboratori di analisi, ma anche delle festività . [via Repubblica]
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