Sembra un modo di dire, ma in realtà funziona proprio così: un po’ di stress e il sangue se ne va al cervello. E’ questo il risultato di uno studio condotto da Tasneem Naqvi e Hahn Hyun, esperti dell’Università della California e del Cedars-Sinai Medical Center, che hanno dimostrato che negli individui che non soffrono di pressione alta lo stress mentale causa la dilatazione della carotide, il vaso che porta il sangue al cervello. La ricerca, pubblicata da Cardiovascular Ultrasound, ha coinvolto 32 soggetti sani e 28 individui che soffrono di ipertensione. Ognuno è stato sottoposto a tre test che causano stress mentale; poco dopo l’ampiezza della carotide è stata misurata utilizzando gli ultrasuoni. Tutti e tre i test hanno causato un aumento del diametro medio dell’arteria e un incremento del flusso sanguigno negli individui sani, ma non negli ipertesi. Questa differenza non è stata riscontrata quando, invece, veniva somministrata nitroglicerina, un vasodilatatore; secondo i ricercatori, ciò indica che i soggetti ipertesi presentano un’alterazione delle funzioni dell’endotelio, cioè della parete interna dei vasi. “Una vasocostrizione inappropriata, o la mancanza di vasodilatazione in risposta allo stress mentale nelle malattie coronariche del cuore contribuiscono alla generazione di ischemie al miocardio e conferiscono un rischio maggiore ai pazienti che soffrono di patologie coronariche”, dicono gli autori. “La misurazione della reazione delle coronarie indotta dallo stress mentale è un nuovo metodo per determinare l’impatto dell’ipertensione sulle funzioni dell’endotelio cerebrovascolare e sul flusso sanguigno”. Fonte: Tasneem Z Naqvi e Hahn K Hyuhn, Cerebrovascular mental stress reactivity is impaired in hypertension. Cardiovascular Ultrasound 2009, 7:32 doi:10.1186/1476-7120-7-32
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