Riaprire le arterie otturate con un trapano da dentista: è quanto ha fatto Fred Leya, cardiochirurgo del Loyola University Health System (Illinois, Stati Uniti), per salvare un paziente con un’occlusione totale dei vasi sanguigni non operabile in altro modo. L’intervento si è svolto lo scorso 27 dicembre e ora il paziente ha recuperato le funzionalità cardiache. L’uomo sottoposto a questo particolare tipo di chirurgia è John Wilks: 59 anni, a 45 i primi problemi cardiaci, dal 1995 a quest’ultimo intervento aveva già subito due bypass e tre angioplastiche. Per curare i dolori al petto da cui era ancora afflitto assumeva dieci pastiglie di nitroglicerina al giorno. Poi, le arterie operate si sono nuovamente ostruite; un terzo intervento di bypass non era possibile e Wilks aveva perso ogni speranza di guarigione. Almeno finché non ha incontrato Fred Leya, direttore dell’Interventional Cardiology and the Cardiac Catheterization Lab, che lo ha operato con uno strumento simile ad un trapano da dentista. La tecnica del trapanamento è stata messa a punto negli anni novanta, ma richiede una grande esperienza e, in genere, non è disponibile negli ospedali. Leya, invece, è un esperto nel campo: utilizzando uno strumento dotato di una punta di diamante ha letteralmente trapanato le arterie di Wilks, che erano completamente ostruite da depositi di calcio duri come ossa. I residui di questi depositi sono stati, poi, eliminati naturalmente dall’organismo. Il paziente, da parte sua, non ha più dovuto prendere nessuna pillola dal giorno dell’intervento.
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