Tenia Solium: verme solitario

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La Tenia Solium appartiene al phylum dei Platyhelminthes, come dice il nome stesso è un verme (helmis) piatto (plathys).

Prolifera nell’intestino dei maiali che non sviluppano alcun tipo di sintomo e vengono considerati ospiti intermedi. Qui la Tenia si riproduce, le larve per resistere all’interno dell’apparato digerente del suino, si incapsulano formando delle cisticerco, queste finiscono nei muscoli e quindi nella carne del maiale.

Il consumo di carne cruda o poco cotta in maniera non sporadica, ma abitudinaria, fa si che queste larve, sopravvivano all’acidità  dei succhi gatrici. L’uomo diventa quindi un ospite definitivo, nel suo intestino scoppiano le capsule e le larve dotate di protoscolice tentano di “aggrapparsi” mediante una bocca dentata, alle pareti intestinali. Solitamente solo una ci riesce, e dopo il completo sviluppo della scolice, una testa da cui parte l’autofecondazione delle proglottidi, la tenia inizia a riprodursi producendo anche uova che vengono espulse con le feci.

La tenia, meglio nota come verme solitario, può arrivare a vivere 25anni e a diventare lunga tanto quanto l’intestino!

Accorgersi della presenta di questo verme non è facile, spesso c’è una fase asintomatica alla quale fa seguito poi una fase che può far pensare ad un banale virus intestinale.

Vomito, diarrea, gran voglia di mangiare senza essere mai sazi e senza mettere su un etto, questi sono sono i sintomi ricorrenti, non per forza riscontrabili contemporaneamente. Campanello d’allarme può essere la debolezza, la tenia infatti tende ad assorbire parte delle sostanze vitaminiche che giungono nell’intestino.

La diagnosi avviene dopo la comparsa dei sintomi per un periodo continuato, tramite l’eseme delle feci, prima si è detto che vengono espulse con le feci le uova e anche una parte di proglottidi, visibili a occhio nudo perchè di colore giallognolo della lunghezza di 1mm o 1mm e mezzo.

Curare la teniasi è relativamente semplice, in alcuni casi bastano dei lassativi, in altri casi un intervento chirurgico nel caso in cui l’impiego di lassativi non abbia fatto si che la scolice si sia staccata dalla parete intestinale.

Prevenire si sa è meglio che curare, infatti basta poco per prevenire l’ingestione delle cisticerco, limitare il consumo di carne cruda o poco cotta e tenere per minimo sette giorni la carne ad una temperatura di -10°.

[foto wikipedia]

Publicato: 2008-11-12Da: Marketing

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