Un team americano di ricerca ha valutato la variabilità nella frequenza cardiaca di 43 neonati, nessuno dei quali è stato criticamente malato o nato prematuramente.
La frequenza cardiaca di 27 di questi bambini è stata valutata in tre periodi di cinque minuti ciascuno, durante il quale il motore dell’incubatrice è stato lasciato in esecuzione, poi spento, e poi riacceso nuovamente. Per vedere se il rumore poteva essere un fattore, perché le incubatrici sono rumorose. Allora 16 neonati sono stati esposti ad un rumore di fondo, mettendo un rumore registrato su un riproduttore sonoro accanto alla testa di ogni bambino, mentre il motore dell’incubatrice rimaneva spento. Il rumore registrato su un nastro, che riproduceva il suono del ventilatore dell’incubatrice, è stato applicato per cinque minuti, sospeso per cinque minuti, e poi di nuovo applicato per cinque minuti. Non ci sono state differenze nella variabilità della frequenza cardiaca, durante la riproduzione del nastro registrato, nei bambini. Ma ci sono state differenze significative nella variabilità della frequenza cardiaca nei bambini nell’incubatrice attiva. Infatti, la variabilità della frequenza cardiaca, si modificava in maniera significativa durante i periodi di monitoraggio in cui il motore dell’incubatrice era acceso. La diminuita variabilità della frequenza cardiaca è predittiva di prognosi sfavorevole in pazienti adulti con malattie cardiache. La variabilità della frequenza cardiaca è composta da basse ed alte frequenze, e il rapporto tra i due è più elevato nei neonati prematuri di quanto lo sia negli adulti. Gli autori, quindi, suggeriscono che la differenza di variabilità può essere influenzata da potenti campi elettromagnetici creati dalle incubatrici. Quindi ora occorrerà creare delle modifiche alla progettazione delle incubatrici, anche se ancora non è chiaro quali conseguenze ci potrebbero essere a lungo termine per un’esposizione a campi elettromagnetici a questa tenera età , e comunque un’esposizione di breve durata.
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