Dal Centro di Ricerca contro il Cancro Fred Hutchinson arriva una notizia molto interessante per tutti: clonando le cellule T (T-cell) dello stesso paziente i ricercatori sono stati in grado di bloccare il melanoma in stato avanzato, senza impiegare altre terapie. Cassian Yee, membro del Clinical Research Division at Fred Hutchinson Cancer Research Center, insieme ai colleghi ha prelevato delle cellule T CD4+, Linfociti T chiamati anche Helper cell (un tipo di globuli bianchi), da un paziente di 52 anni con un melanoma in stato avanzato diffuso. Le cellule T del sistema immunitario, cresciute e fatte espandere in laboratorio con appositi segnali molecolari, sono state poi iniettate nel paziente senza che questo avesse mai effettuato terapie contro il cancro. Due mesi dopo l’iniezione di cellule T, l’esame PET/TAC ha dimostrato l’assenza di masse tumorali e ne è rimasto privo a tutt’oggi, a ben due anni di distanza dalla somministrazione. Il Dr. Yee e i colleghi hanno ipotizzato che l’infusione di una dose di cellule T CD4+ persista a lungo nel corpo perché è in grado di produrre il proprio fattore di crescita, interleuchina 2 (sostanza anticancro), mentre stimolano l’effetto antitumorale delle cellule T CD8+, linfociti citotossici che distruggono qualsiasi tipo di cellula infettata, tumorale o non riconosciuta come accade nei rigetti associati ai trapianti. Tuttavia, fino a poco tempo fa non era ritenuto fattibile isolare e far espandere le cellule T CD4+ antitumorali in laboratorio. Il paziente in questione invece ha ricevuto una dose di 5 miliardi di cellule CD4+ clonate e cresciute appositamente per riconoscere e distruggere il melanoma associato all’antigene NY-ESO-1. Le cellule hanno persistito per almeno 80 giorni nel corpo del paziente, anche se soltanto 50 – 75 % delle cellule tumorali esprimono l’antigene NY-ESO-1, l’intero tumore è regredito dopo l’iniezione. Gli scienziati hanno quindi pensato che la risposta immunitaria dell’organismo si è estesa ad altri antigeni espressi dalle cellule del tumore. Nella foto sopra, una cellula T del sistema immunitario (in arancione) che attacca e distrugge una cellula tumorale (in viola). [via medgadget | maggiori informazioni]
Potrebbe interessarti
Proiettili sonori per colpire il cancro
Arriva dalla California, ma da nomi che rievocano l’Italia, la nuova speranza per il trattamento del cancro. Alessandro Spadoni e Chiara Daraio, ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena, hanno messo a punto un sistema di lenti acustiche non lineari in grado di produrre impulsi sonori compatti che potrebbe essere utilizzato per produrre un… Continua a leggere Proiettili sonori per colpire il cancro
Un frutto per combattere il cancro al seno
L’estratto di bitter melon (Momordica charantia), un vegetale molto diffuso in India e Cina sembrerebbe in grado di favorire la morte delle cellule di cancro della mammella e di prevenirne la proliferazione. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori americani capitanati Ratna Ray, professore presso il dipartimento di Patologia dell’Università di Saint Louis.
Neuroblastoma, novità dalla ricerca
[Neuroblastoma – foto al microscopio del Dr. Maria Tsokos, National Cancer Institute] Il Neuroblastoma è uno dei tumori del sistema nervoso più diffusi in età pediatrica, è la causa del 15% delle morti oncologiche infantili, purtroppo chi è colpito dal neuroblastoma IV stadio ha pochissime probabilità di sopravvivenza che si aggirano attorno al 20%. Le… Continua a leggere Neuroblastoma, novità dalla ricerca
Laringe artificiale per tornare a parlare
Grazie a un touch sensors la CompleteSpeech (Orem, Utah) ha realizzato un dispositivo, soprannominato Palatometer (in italiano potrebbe essere chiamato “Palatometro“) in grado di “percepire” il contatto della lingua sul palato durante la parlata. Il dispositivo è stato progettato espressamente per le persone mute o con difficoltà nel parlare per ridarle nuova voce. Solo negli… Continua a leggere Laringe artificiale per tornare a parlare