I ricercatori del dipartimento di Medicina interna della Sapienza dei Roma, guidati dal professor Vincenzo Barnaba, hanno dimostrato un nuovo ruolo delle caspasi, le proteasi che inducono l’apoptosi cellulare, nello sviluppo di fenomeni autoimmuni. In condizioni normali, l’equilibrio di un tessuto è mantenuto dalla continua generazione di nuove cellule che prendono il posto di quelle vecchie, le quali muoiono per apoptosi (morte programmata). Tale fenomeno, permette che le cellule ormai esaurite nella loro funzione, e quindi inutili o potenzialmente dannose, muoiano, attraverso l’attivazione delle caspasi endocellulari. Le caspasi sono protesasi, cioè enzimi, che frammentano le proteine interne della cellula, “accartocciando” la sua membrana senza romperla, in modo tale da impedire la fuoriuscita del materiale interno che potrebbe provocare infiammazioni e danni. L’azione delle caspasi prepara il terreno per l’intervento dei macrofagi, particolari cellule del sistema immunitario addette alla fagocitosi delle cellule morte. I ricercatori hanno evidenziato che la frammentazione delle proteine dipendente dalle caspasi gioca un ruolo chiave nella induzione di particolari linfociti, i linfociti T autoreattivi. Tali linfociti sono responsabili di patologie autoimmuni, cioè di malattie nelle quali la risposta immunitaria aggredisce cellule o tessuti dell’individuo. Di contro, le cellule vive, non possedendo le caspasi attivate, sono incapaci di frammentare le proprie proteine e non attivano i linfociti autoreattivi. Questo meccanismo contribuisce al mantenimento dell’attivazione immunitaria cronica presente in corso di infezione da Hiv e che rappresenta la causa fondamentale dell’esaurimento delle risposte immunitarie che caratterizza l’Aids. Data l’estrema rilevanza del lavoro svolto, sarà pubblicato un articolo a riguardo sul prossimo numero di “Nature Medicine” con i risultati che sembrano generalizzabili a molte patologie immuno-mediate (incluse le autoimmuni).
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