Un effetto di benessere spirituale che dura oltre un anno dopo l’assunzione. A provocarlo sono i funghi allucinogeni, utilizzati da millenni in molte popolazioni a scopi mistico-religiosi, ma anche da giovani e meno giovani in cerca di esperienze alternative alle droghe pesanti. E oggi le proprietà rilassanti e ansiolitiche di questi lieviti vengono viste sotto un’altra luce: potrebbero infatti essere impiegate per scopi medici, per esempio come trattamento contro le tossicodipendenze o la depressione e l’ansia dei malati di cancro.
Ad analizzare durata e caratteristiche degli effetti della psilocibina, composto alcaloide allucinogeno contenuto nei “funghetti” sono stati gli esperti della Johns Hopkins University di Baltimora (Usa), che hanno pubblicato le loro osservazioni sul Journal of Psychopharmacology. I ricercatori hanno arruolato nel 2006 un gruppo di 36 persone sane e di buona estrazione socio-culturale, invitandole a prendere una dose di queste sostanze.
Dopo 14 mesi gli stessi partecipanti hanno risposto a un questionario in cui si chiedeva se e quanto quella esperienza avesse procurato loro un senso di benessere: il 60% ha risposto di aver provato un profondo senso di soddisfazione psicologica per oltre un anno dopo l’assunzione dei funghi allucinogeni, annoverati fra le cinque esperienze più gratificanti nella vita delle “cavie umane”.
«Risultati molto importanti», commenta Roland Griffiths, a capo dello studio, «perché raramente in ricerche come queste si ottiene un effetto così persistentemente positivo in un singolo esperimento di laboratorio. Questo tipo di esperienze mistiche potrebbe essere utile ai malati di cancro con ansia e depressione o come trattamento della dipendenza da droga. Vogliamo approfondire queste prime osservazioni».
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