Il ricercatore Takashi Tsuji dell’Università di Tokyo ha annunciato in questi giorni di aver creato una gemma di dente partendo da due cellule staminali e -per la prima volta al mondo- di averlo impiantato con successo nella bocca di un topo da laboratorio. Il dente ha poi proseguito il normale sviluppo assumendo le fattezze e le proprietà perfettamente uguali agli altri denti dell’animale. Inoltre, per dimostrare la validità e la riproducibilità del procedimento, Tsuji ha applicato -con successo- lo stesso sistema di coltura cellulare per creare un follicolo pilifero. Come afferma lo stesso ricercatore: «Il nostro metodo è facilmente riproducibile e con un’efficienza del 100% che non trova paragoni con altre procedure di bioingegneria. La manipolazione di singole cellule è indispensabile per arrivare in un prossimo futuro alla realizzazione di organi di ricambio per la medicina rigenerativa». Al momento è bene sottolineare che lo scienziato è riuscito a creare solo una gemma di dente e quindi il procedimento non è ancora fruibile per la creazione di denti umani da usare al posto delle protesi ceramiche. In ogni caso l’esperimento pone delle basi non indifferenti per lo sviluppo e lo studio ulteriore di questa tecnica anche nell’uomo e, come affermato dal biotecnologo Ranieri Cancedda, la possibilità di creare denti biogegnerizzati in provetta potrebbe diventare realtà nei prossimi di 10-15 anni. Nota: La foto che vedete sopra non ha un riferimento diretto con quanto scritto sopra: sono dei denti di bambino in provetta conservati con sistema criogenico dalla BioEden con la speranza di poterli impiegare in un futuro prossimo nella cura di malattie o lesioni del midollo spinale. L’intuizione della BioEden si basa su uno studio del 2003 del National Institutes of Health nel quale si evidenziava che le cellule staminale, contenute nei denti dei bambini, sono in grado di creare la dentina, l’osso e il nervo.
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