In questo post verrà mostrato un intervento molto delicato per l’impianto del braccio; pertanto, per la natura delle immagini, si consiglia alle persone “sensibili” di non proseguire con la lettura. Israel Sarrào è arrivato al centro di riabilitazione dell’ospedale di Peset a Valencia (Spagna) il 31 gennaio 2004 con un braccio sinistro amputato 5 centimetri sopra al gomito (a sinistra la radiografia). Alle 14 i chirurghi del centro hanno cominciato la difficile operazione di lavaggio e sterilizzazione del braccio amputato. Successivamente è stata collegata l’arteria ad una macchina per la rivascolarizzazione dell’arto. Poi è stato ricostruito l’omero, riparata l’arteria e il nervo.
Tutto l’intervento è durato 21 ore e si è concluso con successo. Infatti, dopo un giorno nel reparto di cure intensive è stato trasferito in un reparto normale. Due giorni dopo però è stata rilevata un’infezione che stava per compromettere seriamente l’operazione. A questo punto l’unica cosa possibile era di riamputare il braccio e di sistemarlo in un zona non infettata per conservarlo. Così, col parere favorevole della famiglia, l’arto è stato collegato all’altezza dell’inguine dove i vasi sanguigni sono facilmente raggiungibili. Il nuovo intervento di microchirurgia si è concluso positivamente e il braccio è stato nutrito in questo modo per ben 9 giorni.
Il 12 febbraio 2004, dopo aver verificato la guarigione dall’infezione, è stato eseguito un nuovo intervento che ha permesso al paziente di non perdere il braccio.
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