A causa del surriscaldamento della temperatura, provocato da un anomalo vento sahariano, il ghiacciaio del Senales perse una notevole massa di ghiaccio, che si sciolse. Il processo di ritiro accelerò ulteriormente a causa di un sottile strato di sabbia che, colpito dai raggi solari, surriscaldava il ghiaccio sottostante. Questa serie di eventi permise ad una coppia di turisti tedeschi, che si trovavano a passare di lì, di scoprire il 19 settembre 1991 alle ore 15.30 i resti mummificati di un uomo. In seguito, si capì che l’uomo, soprannominato à–tzi l’uomo di Similaun, era vissuto tra il 3350 e il 3100 a. C. e che quindi il ghiaccio e le temperature proibitive ne avevano permesso una conservazione pressoché totale. Le teorie degli scienziati circa la morte di à–tzi sono ancora molte e spesso in contraddizione fra loro, anche se sembra ormai comprovato che sia sopraggiunta per le ferite riportate: un taglio su una mano, e la punta di una freccia conficcata in una scapola. Oltre al corpo sono stati ritrovati tutta una serie di abiti e oggetti fondamentali per lo studio delle abitudini del tempo. Indubbiamente à–tzi rappresenta la scoperta più importante e sensazionale in campo archeologico degli ultimi venticinque anni e attualmente è conservato al Museo Archeologico dell’Alto Adige.
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