A 25 anni dalla scoperta dell’HIV, per la quale Montagnier e Barrè-Sinoussi nel 2008 hanno ricevuto il premio Nobel per la medicina, l’epidemia globale di AIDS non accenna a diminuire. Secondo gli ultimi dati dello United Nations Programme on HIV/AIDS (UNAIDS), si sono registrati progressi significativi nella prevenzione. Tuttavia la situazione nell’Africa Subsahariana, l’area del pianeta con la più alta incidenza del virus, resta drammatica. A livello globale, l’UNAIDS stima 33 milioni di sieropositivi. Lo Swaziland è il paese con il triste primato dell’incidenza dell’HIV: il 26,1% della popolazione tra i 15 e i 49 anni è sieropositivo. Il piccolo stato africano è seguito da Botswana (29,3%), Lesotho (23,2%), Sudafrica (18,1%) e Zimbabwe (15,3%). In Italia è sieropositivo lo 0,4% della popolazione tra i 15 e i 49 anni, un valore in linea con lo 0,5% registrato nel 2003. Ma se in alcuni paesi si sono ottenuti successi significativi nella prevenzione, in altri, tra cui Cina, Russia, Ucraina e Kenya, il tasso di nuove infezioni sta crescendo in modo pericoloso.
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