Nella popolazione umana esistono forti differenze riguardo l’abilità di eliminare dall’organismo l’arsenico assunto con la dieta. Dunque anche una diversa capacità di subirne l’azione tossica. Lo dimostra uno studio pubblicato su ACS’s Chemical Research in Toxicology. Gli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione cronica all’arsenico sono rappresentati dal cancro alla pelle, da disfunzioni cardiovascolari e, talvolta, dal diabete. Le principali fonti di arsenico per gli umani sono l’acqua proveniente da sorgenti sotterrane dove, naturalmente, si è accumulata la sostanza, e i prodotti ittici. Gli scienziati austriaci, autori dello studio, hanno monitorato la quantità di arsenico escreto con le urine in numerose persone, che hanno partecipato volontariamente agli esperimenti, rilevando grandi diversità . Alcuni soggetti eliminavano più del 95% dell’arsenico ingerito, altri solo percentuali minime. Inoltre anche il numero dei metaboliti, cioè le sostanze in cui l’arsenico viene trasformato nell’organismo, è apparso variabile; nelle urine di coloro che lo eliminavano fortemente erano presenti più di dieci diversi metaboliti, mentre un numero molto più basso era rintracciabile nelle urine dei soggetti che rilasciavano scarsamente l’arsenico Questi risultati hanno notevoli implicazioni sul calcolo del rischio derivante dall’esposizione all’arsenico, ed evidenziano la necessità di nuovi studi per stabilire la soglia di sicurezza derivante dal consumo di acque e pesci contaminati Da: Individual Variability in the Human Metabolism of an Arsenic-Containing Carbohydrate, 2”²,3”²-Dihydroxypropyl 5-deoxy-5-dimethylarsinoyl-_-D-riboside, a Naturally Occurring Arsenical in Seafood Reingard Raml,” Georg Raber,” Alice Rumpler,” Thomas Bauernhofer,”¡ Walter Goessler,” and Kevin A. Francesconi
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