Dichiarazione del dottor Furio Ferrari

Categoria: Archive IT Dossier
Tag: #Chirurgia estetica
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Dopo il post pubblicato su una puntata di “Mi manda Raitre” in cui è stato presentato un caso di una paziente che accusava il suo medico, il dottor Furio Ferrari, siamo riusciti a contattarlo direttamente e ci ha rilasciato una dichiarazione che riportiamo integralmente. – – – Innanzitutto mi presento. Mi sono laureato nel 1973 a Torino e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva nel 1976 a Milano e successivamente in Otorinolaringoiatria nel 1980 a Torino. Ho conseguito l’Idoneità  a Roma a Primario di Chirurgia Plastica e quindi una seconda Idoneità  a Primario di Chirurgia Maxillo-Facciale. 70 pubblicazioni scientifiche tra cui Chirurgia Estetica della Faccia e del Corpo, pubblicato da Utet insieme a Ivo Pitanguy. Nel frattempo ho prestato servizio dal 1974 al 1990 presso il Centro Traumatologico di Torino nel Reparto Grandi Ustionati e successivamente nel Reparto di Chirurgia Maxillo – Facciale dell’Università  di Torino dedicandomi alla chirurgia ricostruttiva oncologica, traumatologica e malformativa. Quindi solo dopo circa 18 anni di esperienza ospedaliera mi sono dedicato alla chirurgia estetica. Trattandosi di una chirurgia voluttuaria e non di necessità  i cui risultati estetici sono sempre stati soggettivamente interpretati, si è creato negli anni un facile e pretestuoso contenzioso a scapito dei chirurghi plastici. A proposito della paziente apparsa su Rai Tre, vi dirò che ero stato colpito durante la prima consultazione dalla tristezza esistenziale di un individuo che aveva perso la sua identità  e che soffriva profondamente la sua immagine corporea. Ricordo che la paziente portava delle falde di cotone all’interno dei pantaloni per apparire con delle gambe più piene e più femminili. Effettivamente la paziente presentava due gambe scheletriche di cui dispongo la documentazione fotografica ben differente da quella mostrata in televisione. Data la magrezza del soggetto, ho pensato, non potendo avvalermi del suo grasso, di ricorrere ad un materiale alloplastico del tipo della poliacriliammide di cui è costituito il Bioalcamid commercializzato in Italia. Dati gli enormi costi che ne sarebbero derivati per la grande quantità  necessaria, mi ero consultato con un famoso chirurgo plastico venezuelano il Dott. Eduardo Krulig di Caracas a cui avevo prospettato il caso e che mi aveva proposto un materiale che io non conoscevo, chiamato Amazingel, con il quale lui aveva conseguito ottimi risultati in più pazienti. Il mio collega mi ha dato l’indirizzo della casa di produzione in Cina a cui ho così ordinato una quantità  necessaria per il caso in questione in modo assolutamente legale. Ammetto di non avere controllato che il farmaco fosse inserito nella farmacopea italiana ma certo non ho mai avuto un proposito di compiere illegalità . Il Botox ne è un esempio: anche quando in Italia non si poteva usare tutti i chirurghi plastici lo compravano in Svizzera, come l’illustre prof. Fontana di Torino che ebbe un processo per questo. La paziente della trasmissione dunque è stata sottoposta a questo filling, in sedazione con anestesia locale e non in anestesia generale e senza necessità  di particolari esami di routine a parte l’E.C.G. e coperta da una massiccia antibioticoterapia non solo preoperatoria ma anche intra e postoperatoria. Evidentemente i danni lamentati dalla paziente possono essere derivati da una bioincompatibilità  al prodotto o forse da una sua insufficiente sterilizzazione. Non è vero che la paziente non ha fatto esami preoperatori. Non è vero che ha pagato 10.000 euro bensì 4.500 inclusi materiali, clinica, anestesista, etc. Non è vero che non l’ho seguita perché sono andato per un mese al suo appartamento di Rho a medicarla personalmente. Non è vero che non mi sia reso disponibile o che sia scappato, anzi ho presentato regolare denuncia alla mia assicurazione affinché potesse essere adeguatamente risarcita. Non è vero che ho utilizzato questo materiale in altre pazienti ma solo ed unicamente in questa. Non è vero che alla paziente siano residuati i danni mostruosi, né estetici né funzionali, dipinti in televisione e anzi mi piacerebbe che questa esibisse pubblicamente le sue gambe nonostante i ripetuti interventi di evacuazione del materiale. Non è vero che ho sfigurato tante pazienti, come hanno voluto demonizzarmi, mentre è vera la soddisfazione di tante pazienti che ho operato nella mia vita. Non è vera la telefonata della “Signora Maria” durante la trasmissione che non ricordo di avere mai conosciuto né operato. È invece vero che la presenza della paziente piangente su RaiTre aveva l’unico scopo, a mezzo di una ingiustificata diffamazione, del migliore risarcimento possibile. Cordialmente, Furio Ferrari – – – Ovviamente ci dichiariamo sin d’ora disponibili a qualunque persona voglia replicare.

Publicato: 2009-01-21Da: Marketing

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