Sensore elettronico per individuare i batteri nocivi

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Transistor che misurano solo pochi nanometri realizzati in nanotubi di silicio, possono individuare pericolose tossine batteriche, responsabili delle più comuni forme di avvelenamento da cibo. Le tossine batteriche possono essere raggrupate in due categorie: le esotossine e le endotossine. Le esotossine sono sostanze fortemente tossiche prodotte da batteri viventi, che le diffondono liberamente nell’ambiente (botulino, tetano, difterite, etc.). Le endotossine sono invece costituenti le sostanze di cui si liberano i batteri. Batteri patogeni che liberano endotossine sono la salmonella, il vibrione colerico, etc. Nirankar Mishra, assieme al suo team presso l’Università  dell’Idaho, ha impiegato una tecnica di nanolitografia, un processo che permette la creazione di strutture nanometriche per realizzare i nanotubi in silicio. I terminali del nanotubo sono stati poi connessi a una superficie in oro, andando a formare un transistor. Nella fase successiva, quella più interessante dal punto di vista clinico-ingegneristico, sono stati depositati degli anticorpi sul transistor. In questo modo il team è riuscito a scovare le tossine dello Staphylococcus aureus. Lo Stafilococco, o altri batteri, formano un complesso con l’anticorpo che va ad alterare la quantità  di corrente elettrica che scorre attraverso il dispositivo. L’impiego dell’effetto di campo dei transistor per la cosiddetta “biodetection” permette di realizzare dispositivi relativamente economici, ma nello stesso tempo molto sensibili. Mishra spera un giorno di riuscire ad integrare in un unico dispositivo elettronico più transistor con queste caratteristiche, in modo da avere uno strumento diagnostico molto potente, capace di analizzare un ampio spettro di tossine. [maggiori informazioni]

Publicato: 2008-06-04Da: Marketing

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