Una tela di Botticelli tre volte al giorno o il bacio di Gustav Klimt somministrato per un paio d’ore al dì, non sono deliri artistici ma la ricetta del benessere. L’arte con la sua bellezza e fascino potrebbe presto sostituirsi agli antidolorifici e pillole contro il dolore, come riportato dalla Stampa. Il nuovo e insolito antidoto al dolore, per il momento testato solo su acciacchi e dolori fisici e non come rimedio alle pene d’amore, arriva da uno studio italiano che ha guadagnato le pagine della celebre rivista New Scientist. Prove scientifiche alla mano, il team di ricercatori dell’università di Bari guidato da Marina de Tommaso ha dimostrato che l’arte, oltre ad allietare lo spirito, è in grado di aiutare il corpo, riducendo il dolore fisico. La prova è arrivata da un gruppo di 12 volontari a cui è stato chiesto di scegliere fra 300 immagini le 20 più belle e le 20 più brutte. Tra le immagini sottoposte alla selezione dei volontari sono stati inseriti anche dipinti famosi, come la Venere di Botticelli e le opere più importanti di Leonardo Da Vinci. Una volta effettuata la scelta, i volontari sono stati invitati a guardare uno dei dipinti belli, uno di quelli brutti e una tela vuota, mentre venivano colpiti dai ricercatori con degli impulsi laser, progettati per provocare sensazioni spiacevoli. Come atteso dai ricercatori, i volontari hanno valutato il dolore provocato dagli impulsi il 30% meno intenso se mentre li subivano osservavano dei dipinti belli, rispetto a quelli vuoti o brutti. Dalla ricerca è anche emerso, tramite l’utilizzo di elettrodi per misurare l’attività cerebrale dei volontari, che la risposta del cervello al dolore diminuiva quando i soggetti ammiravano le immagini più belle. Una delle ipotesi vagliate per spiegare il fenomeno e’ che la bellezza delle immagini è in grado di distrarre i pazienti dal dolore. La ricerca tricolore, suggerisce un articolo apparso sul Daily Mail, potrebbe presto lasciare un segno in ambulatori e studi medici, dove riproduzioni di celeberrime e amate tele, dal Caravaggio a Picasso passando per Hayez e Modigliani, potrebbero far capolino sui muri per distrarre i pazienti che hanno subìto piccoli interventi o iniezioni dolorose. Nonché far sì che, per i pazienti in convalescenza, le cure prevedano anche una capatina nel museo o la galleria d’arte più vicina. [via La Stampa]
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