Uno dei più grandi studi mai eseguiti sul cancro alla prostata ha concluso che la maggior parte degli anziani con il tumore non riducono la loro speranza di vita adottando una strategia “di attesa” alla malattia. Infatti, la maggior parte dei pazienti muoiono di altre cause o non sviluppano complicazioni indotte dal cancro. “Ogni paziente dovrebbe prendere una decisione sul trattamento da seguire valutandone i benefici, i potenziali rischi e gli effetti secondari rispetto al caso in cui il cancro non venisse trattato”, come affermato da Grace Lu-Yau, autore della ricerca e professore all’UMDNJ-Robert Wood Johnson Medical School and School of Public Health. La ricerca ha evidenziato che molti tumori maligni alla prostata hanno un ritmo di crescita molto lento e che spesso i trattamenti somministrati producono pesanti effetti secondari, abbassando fortemente la qualità della vita. Il proseguo della ricerca dovrà quindi sperimentare un metodo per poter valutare ciascun caso singolarmente, in modo da poter consigliare la cura più adatta. [via washingtonpost]
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