I nanotubi di carbonio in questi ultimi mesi hanno dimostrato di rappresentare un importantissima classe di materiali multifunzionali per l’impiego in applicazioni nanotecnologiche come trasportatori di farmaci o coadiuvanti nella lotta ai tumori. L’impressionante entusiasmo dovuto alle scoperte che si susseguono sulle nanotecnologie hanno messo probabilmente in secondo piano alcuni aspetti legati alla sicurezza del loro impiego effettivo nell’uomo. I ricercatori della University of Dayton hanno verificato una tossicità a livello molecolare (o genotossicità ) nelle cellule dei mammiferi. Lo studio ha valutato l’interazione dei nanotubi di carbonio con il DNA delle cellule staminali di topo, grazie a un biomarker chiamato p53. Il lavoro ha dimostrato per la prima volta che i nanotubi di carbonio si accumulano nelle cellule staminali, generando radicali liberi chiamati specie reattive dell’ossigeno (ROS, reactive oxygen species). Ovviamente questi radicali possono alterare chimicamente il DNA e causare danni nelle cellule. [via nanowerk]
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