Mi è stato gentilmente donato dalla Casa Editrice Lindau il libro di Mario Malazzini “Un medico, un malato, uomo” (acquistabile qui) una biografia di un medico di successo, già primario di Oncologia a soli 39 anni, che si scopre malato di una di quelle malattie che non perdonano e alla fine di un percorso interiore molto forte si riscopre uomo. La malattia che cambia la vita a Mario, come a molte altre persone alla soglia dei quarantanni, è la Sclerosi Laterale Amiotrofica (abbreviata con SLA), una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria, la stessa che colpì Piergiorgio Welby. Mario come Welby cercò in un primo momento la dolce morte in una clinica svizzera, ma qualcosa lo fa desistere e da qui inizia una profonda crisi interiore che lo porta a prendere coscienza di sé e della situazione “paziente”. Mario Melazzini scrive: «La malattia non porta via le emozioni, i sentimenti, e fa anzi capire che l’Essere conta più del Fare. Può sembrare paradossale, ma un corpo nudo, spogliato della sua esuberanza, mortificato nella sua interiorità , fa brillare maggiormente l’anima». Mario oggi è direttore dell’Aisla, un’associazione che si dedica all’informazione dei pazienti, familiari e operatori del settore, perseguita organizzando convegni e conferenze per medici, infermieri e fisioterapisti. Per concludere, questo è un libro che si legge tutto d’un fiato e che porta necessariamente il lettore a riflettere su molti temi al centro del dibattito socio-politico, quali l’importanza della vita, l’eutanasia, l’amore per sé e per gli altri e sicuramente l’importanza della ricerca. Per quest’ultima cosa possiamo fare tutti qualcosa, donando anche piccole cifre a Telethon o direttamente ad associazioni come l’Aisla. Se siete interessati, potete acquistare il libro scontato del 20% cliccando qui.
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