Già da alcuni anni è aperto un dibattito tra medici e agenzie per il controllo dei farmaci sulla pericolosità della nimesulide, principio attivo dell’Aulin e altri medicinali equivalenti antinfiammatori, in quanto si sono registrate molte segnalazioni di gravi danni al fegato e all’apparato gastroenterico dopo aver assunto la molecola. Il passato della nimesulide non è certo sereno e privo di macchie:
- marzo 2002, le autorità sanitarie finlandesi sospendono la commercializzazione del medicinale a causa dell’aumento delle segnalazioni di reazioni epatiche;
- maggio 2002, anche la Spagna sospende in via cautelativa la vendita di questo farmaco;
- 2003, uno studio italo-finlandese riabilita a livello europeo la commercializzazione del nimesulide in quanto il profilo beneficio/rischio risulta essere favorevole per i pazienti;
- maggio 2007, in Irlanda l’antinfiammatorio torna a far parlare di sé in seguito a 66 casi di gravi danni epatici riconducibili all’assunzione del farmaco.
La “tranquillità ” per i consumatori è durata fino a ieri, quando l’Agenzia del Farmaco italiana ha reso nota questa notizia: “A conclusione del processo di revisione del profilo di sicurezza dei medicinali contenenti nimesulide, il Comitato per i medicinali ad uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) ha raccomandato ulteriori restrizioni d’uso del farmaco. Questa raccomandazione diverrà operativa solo dopo che la Commissione Europea avrà rilasciato una decisione vincolante per tutti gli Stati Membri”. Nel frattempo sempre l’EMEA raccomanda di limitare l’uso della nimesulide e comunque di non superare i 15 giorni di somministrazione.
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