Gli scienziati della University of Minnesota, guidati dalla dottoressa Doris Taylor, hanno creato in laboratorio il primo cuore bio-artificiale. Il cuore bioartificiale (bioartificial heart) è stato ottenuto partendo da un cuore prelevato da un topo di laboratorio morto (1) a cui, attraverso un processo simile a quello attualmente impiegato nelle valvole cardiache porcine, sono state completamente eliminate le cellule (2 e 3), lasciando solo il cosiddetto scaffold (matrice extracellulare, composta essenzialmente da proteine). In altre parole il cuore del ratto è stato lavato con soluzioni ricche di enzimi che hanno eliminato la parte cellulare, lasciando però intatta la struttura del cuore, compresi le valvole e i capillari. Una volta ottenuto lo scaffold gli scienziati hanno introdotto il cuore in un bioreattore assieme a cellule staminali. Le cellule staminali hanno così aderito alla superficie, riuscendo quindi nell’impresa di ripopolare la struttura (4 e 5). Alla fine il cuore ricoperto di nuovo tessuto sano ingegnerizzato è -per così dire- ritornato a battere. La tecnica è già stata testata con successo su maiali e ratti, ma è ancora -per ovvi motivi- in una fase di sperimentazione e affinamento. Solo fra qualche anno forse saranno possibili i primi test su cuori umani, eliminando sperabilmente il problema della scarsità della donazione degli organi. Un’altra considerazione molto importante è che il cuore bioartificiale, ripopolato con cellule staminali del paziente, eliminerebbe -almeno in teoria- il rischio di rigetto e quindi della fastidiosa terapia farmacologica a vita a cui si devono sottoporre i riceventi. Per maggiori informazioni vi consiglio di guardare il video proposto dal Telegraph. [foto Thomas Matthiesen]
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