In commercio esistono tre tipi di bisturi: bisturi a lama, elettrobisturi e bisturi a risonanza molecolare (prodotto dalla Vesalius). Le differenze fra i tre dispositivi sono sostanziali e determina la “vittoria” del bisturi a risonanza molecolare sugli altri. Bisturi a lama Con questo bisturi il taglio dipende principalmente dall’abilità del chirurgo: il taglio è netto e senza apparente distruzione dei tessuti circostanti. L’operazione è piuttosto lenta e bisogna esercitare una pressione adeguata sullo strumento per avanzare col taglio. Attualmente viene utilizzato in abbinamento con l’elettrobisturi: il bisturi a lame si usa per incidere la cute e nel resto dell’intervento viene impiegato l’elettrobisturi, altrimenti quest’ultimo lascerebbe una cicatrice visibile. Il difetto più evidente è che non c’è possibilità di coagulazione, così si devono usare i diatermocoaugulatori per lo scopo. Elettrobisturi Il taglio è fatto senza pressione, l’operazione è rapida e si può avere con lo stesso strumento sia taglio che coagulazione. L’elettrobisturi opera a circa 500KHz con una potenza media tra 100 e 300 W. Durante l’incisione, l’elettrobisturi provoca un aumento di temperatura dell’elettrodo che, causando una distruzione termica del tessuto effettua macroscopicamente il taglio creando però una necrosi attorno all’area incisa. Infatti, la corrente provoca la bruciatura-carbonizzazione dei tessuti che entrano in contatto con l’elettrodo. Le cellule necrotiche creano problemi post operatori, come dolore fisico, tempi di guarigione più lunghi con scarsa qualità di cicatrizzazione. Questo sistema obbliga il chirurgo ad usare un bisturi a lama per incidere la cute e non permette di lavorare vicino alle terminazioni nervose, data l’alta termperatura prodotta (anche 200-300°C). Con l’elettrobisturi pure la coagulazione è dannosa, poiché i tessuti sono totalmente distrutti attorno all’area coagulata, sia utilizzando gli elettrodi monopolari che bipolari; si genera inoltre il collassamento dei vasi sanguigni. La crosta può qualche volta staccarsi e riaprire il vaso, salvo che lo stesso vaso non sia stato collassato ad una profondità più estesa. Quando è richiesta una biopsia, il campione preso con un elettrobisturi è generalmente danneggiato proprio per l’elevata temperatura a cui arriva con conseguente analisi incerta del campione stesso. Questo è particolarmente significativo soprattutto per interventi chirurgici d’emergenza, dove il tempo di intervento ed un secondo campionamento possono implicare conseguenze negative per il paziente. Il problema dei tessuti danneggiati è inoltre importante quando si rimuovono piccoli tumori superficiali, poiché sarà difficile, se non impossibile, accertare se la rimozione degli stessi è stata completa o no. Con l’elettrobisturi, la piastra neutrale può spesso provocare ustioni al paziente. Questo problema è parzialmente risolvibile con l’uso di piastre monouso, dotate di gel adesivo per avere un ottimo contatto con la cute del paziente. Bisturi a risonanza molecolare Il bisturi elettronico a Risonanza Molecolare VESALIUS®, l’unico strumento che opera ad alta frequenza in tutte le condizioni, usa un pacchetto di frequenze da 4MHz e oltre (C.S.S. –Cell Safety Specrum) oltre otto volte maggiore di quelle dell’elettrobisturi, ed opera con potenza massima che non eccede i 240W. La tensione più bassa garantisce condizioni più sicure per il paziente. La durata per i picchi di potenza con il bisturi a Risonanza Molecolare VESALIUS® è otto volte inferiore dell’elettrobisturi; Il taglio è ottenuto in seguito ad una emissione elettronica con le frequenze suddette in grado di mandare in risonanza i legami deboli molecolari delle cellule del tessuto e quindi, rompendo le cellule stesse , determinare macroscopicamente il taglio. Ne consegue un taglio pulito, freddo, facile alla cicatrizzazione che non produce formazioni cheloidi. La temperatura dei tessuti coinvolti dall’azione fornita dal VESALIUS® è sempre più bassa dei 50°C; le cellule sotto questa temperatura non necrotizzano, al contrario rimangono vive. Analisi con microscopio elettronico non hanno rilevato presenza di cellule necrotiche intorno all’incisione. Quindi il VESALIUS® non provoca necrosi, la guarigione è più veloce, il dolore è minore, il sanguinamento è ridotto, minor tessuto edematoso, ridotte le possibilità di cheloidi e meno stimolazioni nell’intervento vicino ai nervi e ai terminali nervosi. E stato inoltre riscontrato che le emissioni elettroniche ad alta frequenza del VESALIUS® inducono il tessuto circostante al taglio ad accelerare il processo di guarigione. Si possono eseguire rapide biopsie, in quanto i campioni prelevati non sono danneggiati, con conseguente attendibile analisi e significativo risparmio di tempo prezioso. Anche nella eventuale rimozione di piccoli melanomi consente il perfetto controllo di tutta la rimozione con esame istologico poiché sia il tessuto prelevato che quelli circostanti non sono danneggiati. Il VESALIUS® utilizza una piastra neutra isolata, eliminando totalmente il rischio di ustioni, anche nel caso di presenza di liquidi. Il VESALIUS® crea le ideali naturali condizioni per la coagulazione. In questa funzione, naturalmente, la temperatura si avvicina ai 65°C: la denaturazione proteica comincia e la reale coagulazione avviene, senza che si brucino il vaso o il tessuto circostante. Anche quando è usato per la coagulazione bipolare, il VESALIUS® garantisce la totale protezione dei tessuti circostanti. La coagulazione avviene strettamente e solamente all’interno della pinza senza conseguente danno per il tessuto circostante. (infatti, non si notano aloni attorno alle punte della pinza durante la coagulazione). La precisione e la bassa temperatura ottenute con il VESALIUS® garantiscono l’idoneità dello strumento anche per la microcoagulazione bipolare nella neurochirurgia, “sulla corteccia cerebrale”. Tutti gli interruttori a pedale del VESALIUS® sono di tipo pneumatico ad alto isolamento.
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