Il termine “Nanotecnologia” fu coniato nel 1976 da Eric Drexler, che definì così questa scienza dell’infinitesimale: una tecnologia a livello molecolare che ci permetterà di porre ogni atomo dove vogliamo che esso stia. Chiamiamo questa capacità “nanotecnologia”, perché funziona sulla scala del nanometro, 1 miliardesimo di metro.
Da qualche anno questo termine è diventato a pieno diritto la parola chiave della scienza e si sta talmente sviluppando e progredendo in tutti i settori che a breve si dovrà parlare di “picotecnologie”. Questo lo si può constatare nel vertiginoso sviluppo dell’elettronica che è sotto gli occhi di tutti, dove la dimensione dei componenti all’interno dei processori sono solo di alcuni nanometri. Fortunatamente questa super tecnologia è stata trasferita anche in campo medico dove le scoperte sono all’ordine del giorno. Ad esempio ultimamente si stanno studiando dei nanotubi al carbonio attraverso i quali dovrebbe essere possibile iniettare farmaci o esplorare zone inacessibili del corpo.
Nella foto è visibile un nanotubo di carbonio collegato ad un supporto di tungsteno. Il problema principale di questa affascinante scienza è il costo, infatti come diceva un mio professore: per le nanotecnologie ci vogliono i giga euro! Per l’assoluta importanza di questo argomento è stata dedicata una categoria a parte nella quale potrete trovare tutte le news del settore.
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