In farmacia trovate un opuscolo molto interessante che spiega nel dettaglio cosa sono i farmaci generici – equivalenti e soprattutto perché convenga comprarli. Da un sondaggio effettuato pare che circa il 70% della popolazione nel 2007 abbia fatto uso di farmaci equivalenti, mentre il restante 30% non ne ha fatto uso perché crede non abbiano gli stessi effetti. Uno dei principali ostacoli alla diffusione dei farmaci equivalenti è l’impossibilità di ricorrere alla pubblicità perché utilizza un nome comune a quello di altri farmaci equivalenti, mentre la pubblicità per il nome commerciale, che è unico, consente di essere efficace ma è di proprietà dell’azienda che lo ha brevettato. Inoltre, è bene dire che non esistono equivalenti di ogni farmaco per due motivi: il primo è che il brevetto di un farmaco ha una durata di 20 anni e il secondo -peggiore del primo- è che alcune aziende farmaceutiche richiedono certificati complementari di prolungamento (ad esempio per minime modifiche apportate alla stessa molecola scoperta anni prima) con l’effetto pratico di prolungare la durata del brevetto. Dall’opuscolo realizzato in collaborazione con FederFARMACO, illustrazioni a cura di Cristina Kiss, testi di Paola Cimetti e con la consulenza scientifica della professoressa Paola Minghetti, cito alcuni passaggi importanti:
- Quando prendiamo una medicina cos’è che ci cura? Il colore della scatola, il suo nome?
- Certo che no! La parte che ha la funzione di guarire le malattie si chiama principio attivo […] lo stesso indicato sulla confezione e nel foglietto illustrativo dei farmaci di marca.
- La differenza tra il farmaco di marca e il suo equivalente?
- Dal punto di vista dell’efficacia e della sicurezza, nessuna. […] Per questione di diritti ha un nome diverso, ma ha lo stesso principio attivo, le stesse indicazioni, stesso dosaggio e numero di unità all’interno della confezione. Non essendoci più il brevetto a proteggere la scoperta del farmaco di riferimento gli equivalenti possono permettersi di costare meno. Questo avviene perché non ci sono più i costi per la ricerca, che è già stata fatta molti anni prima per mettere il commercio il farmaco di marca. Così gli equivalenti arrivano sul mercato con un prezzo che per legge deve essere almeno il 20% inferiore rispetto all’originale corrispondente
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